Sprecare significa buttare il cibo nella spazzatura ma anche mangiare cibo spazzatura, mangiare male. Cibo spazzatura e cibo nella spazzatura: il primo nuoce alla salute dell’uomo, il secondo danneggia la salute della natura. Ma le due “saluti” sono legate fra loro, a conferma dell’importanza e dell’intensità del rapporto uomo-ambiente, consumi-risorse, economia-ecologia. Se si produce e si consuma male, sarà la natura a farne le spese, finendo per colpire la salute dell’uomo. Il fatto è che, all’apparenza, la sensibilità rispetto al junk-food sembra essere aumentata negli ultimi anni. E l’onda della filosofia slow-food, del mercato contadino, della vendita diretta, della filiera corta e del chilometro-zero. Un’onda corta, che increspa soltanto il mare, segni di una sensibilità più superficiale che reale: sui grandi numeri, la crisi ha portato a una povertà non solo economica ma anche alimentare. E un circolo vizioso, assurdo, che va interrotto prima possibile. E l’unico modo per farlo è (ri)dare valore al cibo, anche a quello “medio”: è arrivato il momento di agire.